Ci troviamo ad affrontare un periodo ricco di cambiamenti e che non abbiamo scelto noi di vivere ma imposto da condizioni esterne ed estreme (ho già affrontato l’argomento in post precedenti). Continuo a sostenere che la parola “andrà tutto bene” che fa da traino a quella che dice: “quando tutto finirà...”, credo che dovrebbe essere un pò rivisitata nella forma. A chi non piace sentirsi dire: “Andrà tutto bene”, la frase piu’ rassicurante al mondo, in questo mondo oscuro e complesso dove siamo consapevoli che non finirà cosi presto. Finire significa concludere, terminare, mettere un punto. Noi andremo oltre, ma ci porteremo dietro gli strascichi importanti di ciò che abbiamo vissuto. Dovremmo convivere con il coronavirus e con il suo fantasma per molto tempo. Dovremmo cambiare tanti aspetti della nostra vita, non sono individuali, anche familiari, lavorativi, interpersonali e sociali. Quindi direi che non ha molto senso partire da una fine, piuttosto mi concentrerei su un nuovo inizio. L’aspetto piu” complesso da gestire in questa seconda fase di emergenza sanitaria è il distanziamento sociale. Conosciamo molto bene il significato di questo termine anche quando siamo stati costretti per oltre due mesi a rimanere chiusi nelle nostre case per evitare i contagi. Uscire a fare la spesa, andare in farmacia, dal medico o in ospedale: distanza. Grazie! Innanzitutto è necessario superare la fase dell’accettazione. Ci saranno, reazioni equilibrate ma anche reazioni più estreme: da un lato potremmo trovarci davanti chi minimizza il problema, dall’altra, chi si sentirà impotente e bloccato dalla paura. Sarà una fase difficile perché dobbiamo reprimere la nostra indole, quella che ci spinge alla socialità e dovremmo abituarci al distanziamento sociale ricreando nuovi schemi mentali. Siamo costretti a rivedere amici, colleghi e “affetti stabili” in maniera molto diversa rispetto a come ci ricordiamo. Rischiamo in un certo senso di andare a modificare anche le modalità con cui siamo abituati ad esprimere le nostre emozioni. Il microcosmo nel quale stiamo ancora vivendo ci sta progressivamente consumando creandoci una stanchezza mentale che si riversa sul corpo esulle nostre abilità cognitive, Ci possiamo sentire più indeboliti, sfiduciati o anche delusi.
Non dobbiamo avere fretta, dobbiamo riprendere le redini delle nostre emozioni per impedire che siano loro a gestire noi rendendoci più vulnerabili.
Categorie:Misteri
Sarà davvero difficile, perché se il Covid fosse durato meno (solo 1 mese, 2 al massimo) avrebbe lasciato una eredità molto più facile da gestire.
Ed invece si tratterà di almeno 1 anno e mezzo, forse 2, forse chissà… e nel frattempo magari arriverà una nuova pandemia.
Io sono molto demoralizzato.
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Profezie…dicono..sette anni..
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Ecco, appunto…
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Li vedo messi male questi umani.
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Non che prima stavano meglio…
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Sì, sì, sto dicendo in generale 😞
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Forse sarà per sempre!
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Sì, ci vuole molta pazienza e centratura per non farsi travolgere, emotivamente, da questo nuovo periodo che strappa tutte le nostre consolidate abitudini.
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L’uomo è un essere sociale che cerca la protezione del branco ma è sopravvissuto perché è adattabile. Quando capisci che il branco non lo protegge, lo abbandona. L’uomo è anche cinico, supera tutto magari lasciando indietro i più fragili……..
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Del tuo post mi ha colpito in particolare questo passo:
“Siamo costretti a rivedere amici, colleghi e “affetti stabili” in maniera molto diversa rispetto a come ci ricordiamo.”
L’ho trovato profondamente vero, perché il coronavirus ha cambiato moltissimo il nostro modo di frequentarsi. Ad esempio, prima dell’epidemia mi capitava spesso di partecipare a delle cene di gruppo con 10 o anche 20 partecipanti: oggi non lo farei mai, perché partirei dal presupposto che statisticamente su 10 o 20 commensali almeno uno avrà di sicuro il covid, e quindi mettendoci a mangiare insieme a lui ci infetteremmo tutti.
Altro esempio: ad Estate finita avevo in mente di uscire a cena con un mio amico che non vedo da prima del lockdown. Poi sul suo profilo Facebook ho visto che si scatta continuamente delle foto di gruppo in cui sono tutti senza mascherina, e allora ci ho ripensato: uno così disinvolto e incosciente nelle sue relazioni sociali è destinato a beccarsi il covid (se non se l’è già beccato), e quindi preferisco sentirlo solo telefonicamente fino a quando non ci sarà un vaccino.
Il mio modo di agire ti trova d’accordo?
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“Il microcosmo nel quale stiamo ancora vivendo ci sta progressivamente consumando creandoci una stanchezza mentale che si riversa sul corpo esulle nostre abilità cognitive”
BINGO!
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